Siamo quasi in dirittura di arrivo con il nostro viaggio attraverso gli indicatori del Talento: oggi parliamo di Rischio. Chi di voi ha la propensione ad assumersi rischi, chi ha un approccio più cautelativo o viceversa aggressivo?
La definizione di Rischio e la sua interpretazione sono due concetti molto ampi e per questo motivo spesso accade che assumano più significati in ambiti diversi. Il termine rischio ha spesso un’etichetta (interpretativa) negativa poiché inconsapevolmente associato alla probabilità di accadimento di un evento sfavorevole.
Concentriamoci però sul rischio di un’Impresa. In questo ambito è definito “come l’insieme delle possibili opportunità e delle minacce di un evento rischioso sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa” e stando più generici “l’effetto dell’incertezza sugli obiettivi”. È quindi una combinazione della probabilità di un evento e l’entità dell’impatto che ne consegue. Proprio perché l’esito finale potrebbe rappresentare un beneficio o un vantaggio, non è sempre vero che è evitando l’assunzione di un rischio si intraprende la strada migliore per la propria impresa.
Adottare un cambiamento o una tecnologia innovativa che consente di migliorare l’efficienza produttiva o ridurre le emissioni di CO2 significa prendere una decisione assumendosi il rischio che l’effetto desiderato non venga raggiunto. Se il rischio viceversa non viene assunto sicuramente il beneficio non si verifica.
Ma in fondo, decidere di avviare la propria impresa non è di per sé un rischio?
La corretta valutazione del rischio si inserisce all’interno di un processo più ampio che vede l’analisi, il controllo, la prevenzione e la mitigazione finalizzate al raggiungimento degli obiettivi economici.
Le normative in materia di valutazione del rischio (es. ISO UNI ISO 31000) partono dal presupposto che la corretta gestione del rischio crea e protegge il valore. Questo ci fa capire quanto sia forte il legame tra sopravvivenza/sviluppo dell’azienda e la gestione dei rischi.
Esistono svariate metodologie di valutazione del rischio (es. simulazioni, HACCP, Analisi di Markov…) ma non c’è una ricetta universale o una bilancia perfetta che indica il massimo grado di sopportazione. La cosa certa è che l’ultimo giudizio, dopo le analisi quantitative, sta alla componente umana soprattutto quando il confine tra rischio e azzardo sembra sottile. Il corretto approccio metodologico e la diffusione della cultura del rischio abilitano però la capacità di affrontare con efficacia l’incertezza e l’errore con azioni mirate: cultura del rischio e cultura dell’errore sono strettamente legate. Ricordiamoci inoltre che l’effetto di una decisione cambia in considerazione dell’ecosistema, e soprattutto della sua variabilità, in cui l’azienda si colloca e sbaglieremmo dunque a non valutare mai cambi di strategia.
Nel gioco ad ogni Decisione è associato un livello di Rischio e proprio come nella realtà, cambiare un fornitore che ha qualità inferiore o adottare una tecnologia migliorativa hanno un impatto dello stesso segno sull’indicatore.
Assumersi un rischio significa dunque avere una visione chiara dell’obiettivo di quella decisione non sottovalutando la probabilità di eventi negativi definendo una strategia alternativa per attutire gli eventuali impatti non desiderati.
Il funzionamento prevede due casistiche. Se il valore è positivo, l’indicatore delinea un profilo decisionale che assume rischi in modo controllato, viceversa, valori negativi evidenziano una conduzione aggressiva dell’impresa.
Le Decisioni che sono caratterizzate da:
- Costo: ogni decisione prevede un esborso economico anche indiretto dovuto per esempio alla riduzione della capacità produttiva
- Rischio/Probabilità legati all’adozione di una nuova tecnologia produttiva o metodo di lavoro es. rischio blocco produzione, probabilità di aumento o riduzione della produttività
- Effetto: sono le conseguenze immediate delle decisioni prese, come ad esempio l’aumento dei prezzi successivo ad un concorso o la riduzione causata dalla non soddisfazione dei clienti.